Il concerto
08 Novembre inizio ore 20
Il bluff dell’orchestra che voleva tornare a sognare. Recuperando e amplificando l’umorismo diTrain de vie – Un treno per vivere, Radu Mihaileanu torna ora a costruire una commedia dell’inganno a fin di bene, partendo dalla Russia dei giorni nostri, dove le manifestazioni comuniste sono costrette a pagare delle comparse per avere un pubblico, per giungere infine a Parigi, il luogo dove le culture si incontrano e si scontrano, dove lo scambio si fa possibile, nonostante le differenze.
Stavolta il viaggio messo in atto dal regista rumeno, francese d’adozione, nel suo divertente e toccante Il concerto è mosso dai sogni, dal bisogno di riscatto di un gruppo di uomini a cui è stata rubata la dignità trent’anni prima, da un regime che come al solito tende a soffocare le idee più pericolose e non si ferma neanche di fronte all’arte, e dalla necessità del perdono di un uomo che per rincorrere il suo di sogno aveva destinato una donna alla follia.
Mihaileanu, maneggia con abilità elementi, folgorazioni, temi importanti e acute considerazioni, legandoli insieme attorno a un’idea originale nel solco della commedia, sino alla rivelazione finale, dove al sorriso si sostituiscono gli occhi lucidi e una partecipazione emotiva ben sollecitata dalle corde del violino. Il concerto del titolo è quello di un gruppo di ex musicisti russi che si finge l’Orchestra Bolshoi per suonare Cajkovskij in un prestigioso teatro di Parigi. Ad organizzare il bluff un vecchio direttore d’orchestra, con una serie di conti aperti col proprio passato, finito a essere soltanto l’uomo delle pulizie del suo vecchio teatro col vizio dell’alcool, dopo un’umiliazione subita trent’anni prima. Il volo verso Parigi diventa così l’occasione per ognuno di loro di tornare a vivere, di risolvere i propri conflitti interiori e giocarsi una nuova chance col destino. Le figurine russe stereotipiche di cui si serve, che siano l’ex leader comunista che ancora sbandiera goffamente i suoi ideali o i perseguitati un po’ folli decisi però a rimettersi in piedi, rappresentano un’umanità sincera e diventano espressione del fallimento di un movimento carico di colpe. Si parla di ebrei, in maniera ironica, e si propone l’esperienza gitana nell’enorme potenziale incontro tra culture. La vicenda del singolo individuo, che torna inevitabilmente a dialogare con la collettività per trovare l’armonia, mostrato dalla complementarietà del violino e dell’orchestra nel concerto finale. La lunga sequenza che lo riguarda punta a toccare la nostra anima e l’amore che esprime per l’arte smuove i sentimenti, fa incontrare gioia e dolore, ricordandoci con grazia quanto la vita possa togliere e quanto invece possa regalarci.
Scopri come partecipare ContattaciRegia di Radu Mihăileanu
Prodotto da Alain Attal
Attori Aleksej Gus’kov, Dimitri Nazarov, Mélanie Laurent, François Berléand, Miou-Miou
Musiche Armand Amar
Anno 2009
Durata 120 minuti
Russia, Francia, Italia, Belgio, Romania